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  • Immagine del redattoreDiego Nicola Dentico

Cosmovisione Maya

Aggiornamento: 12 mag 2022



La filosofia di vita delle popolazioni native può essere riassunta un atteggiamento di amore per la vita.


Il fondamento della Cosmovisione Maya è Grande Spirito da cui prende forma la fitta rete di relazioni che chiamiamo Creazione. Ogni cosa nasce dal Mistero, dal Cuore del Cielo-Cuore della Terra, che viene descritto con molti nomi che rappresentano coppie. Alcuni sono Tzacol (Creatore) e Bitol (Formatore) o Ixpyacoc (nonno) e Ixmucané (nonna). Essi sono Dio e Dea nella dualità, ma uno nell’essenza.


Gran parte della tradizione è stata portata avanti a livello orale, ma esistono diversi testi che hanno permesso alla sapienza di giungere fino a noi. I custodi della Cosmovisione sono i contatori del tempo (ajq’ij) che fungono da sacerdoti, guaritori, guide spirituali e memoria storica delle comunità Maya.


Secondo il mito fu il personaggio di Naxit Quetzalcoatl, nel Messico meridionale, a codificare la sapienza mesoamericana. I contatori del tempo sono suoi discendenti spirituali.


Per i viandanti della Cosmovisione sono fondamentali due pratiche: la contemplazione, che permette di percepire lo Spirito vivo, all'opera nel mondo, e la preghiera, che costruisce un dialogo con l'invisibile e permette di andare oltre le pastoie del mentale che ci tengono ancorati alla realtà ordinaria.


Un altro aspetto importante è quello del calendario sacro, chiamato Cholq’ij, formato da 260 giorni, ognuno sostenuto da uno spirito specifico, da un nahual.


Anche se la veste esteriore della Cosmovisione qui descritta appare come marcatamente maya, i suoi contenuti sono universali. Il Grande Spirito è sempre contemplato dalle tradizioni del mondo e quando si manifesta creando diventa natura tangibile, l’Anima del Mondo, la Madre.


Chi si avvicina alla tradizione, anche se non proveniente da una cultura indigena, può farlo senza necessariamente utilizzare i nomi maya, al fine di radicare la propria pratica nella santa terra in cui vive. La stessa visione descritta poco sopra è presente, per esempio, nella dualità Shiva-Shakti dell’India, nella cabala ebraica, dove l’Infinito invisibile si manifesta come Presenza (Shekinah), o negli antichi misteri mediterranei e caldei, dove il Noeton (“ciò che si può solo intuire”) appariva come Madre del Mondo, Physis, la Dea Natura… la Cosmovisione Maya ci riporta inevitabilmente alla natura, ci invita riconnetterci ai suoi cicli e alle sue energie, che sono la chiave per comprendere ed eventualmente trascendere, l’illusione dello spazio-tempo.


Siamo invitati a prenderci cura della Terra, a tornare umili fili della creazione, non più e non meno importanti degli altri, in equilibrio, in un universo che vive, gode e diventa consapevole del proprio stesso esistere.

Letture consigliate

Diego Dentico, Sciamanesimo Maya.

Diego Dentico, Nel giardino delle curanderas.

​Carlos Barrios, Il libro del destino.

Concilio del Popolo Quiché, Popol-Vuh.

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