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  • Immagine del redattoreDiego Nicola Dentico

La differenza tra il Tuuj e l’Inipi

Aggiornamento: 20 giu


Un antico Tuuj ancora funzionante in Messico
Tuuj

Molti anni fa partecipai ad un incontro con il professore Eduardo Duran all’università di Torino. Il dott. Duran, oltre ad essere uno psicologo impegnato nella cura dei veterani di guerra tramite l’uso della medicina tradizionale (nello specifico della pratica del Richiamo dell’Anima) è anche di origine nativo-americane. Nel corso della sua conferenza parlava ad una platea stupefatta di futuri psicologi e antropologi di malocchio e dell’influenza dei pensieri sullo stato di salute. Ci consigliò persino di cercare un antico santuario di Esculapio, dio mediterraneo della Medicina, e di offrirgli tabacco al fine di imparare nuovamente l’uso della capanna del sudore. Anni dopo, durante il mio apprendistato con le curanderas Maya-Tz’utujil, che incluse l’uso di questa pratica ancestrale, le sue parole mi accompagnarono per tutto il tempo.


All’interno delle pratiche tradizionali di molti popoli è utilizzata la sauna (o capanna del sudore). Grazie al calore è possibile sciogliere i “nodi” emotivi e fisici e dato il suo grande impatto sulla nostra sfera percettiva si accompagna a veri e propri rituali che ci permettono di ricontattare la Grande Madre, dentro di noi e intorno a noi, ossia quell’intelligenza cosmica che dirige e ordina la vita, da alcuni chiamata Grande Spirito, o, dai Maya, Nim Ajaw, Madre e Padre della Vita.


Negli ultimi anni, anche nella Terra dei Morti (l’Occidente) questa medicina sta tornando, spesso con il nome di “Temazcal” associata al Camino rojo, che altro non è se non la tradizione dei popoli delle pianure filtrata attraverso il Messico. Questo ritorno ha inciso profondamente sulla percezione culturale di ciò che è la cosiddetta “capanna del sudore”, ma come effetto secondario ha anche creato un clima di aspettative rispetto a ciò che questo rituale è o dovrebbe essere.

Il fuoco che scalda le pietre dell'Inipi si trova all'esterno della struttura in cui si suda
Inipi nordamericano, tratto dal sito: https://www.higherhaven.com/

Normalmente il rituale dell’Inipi, come è correttamente chiamato nella lingua Lakota, inizia dalla sua costruzione: la struttura stessa della sauna si rifà alla cosmologia degli indigeni nordamericani, alle loro credenze, alle loro visioni del mondo. Nell’Inipi si entra in gruppo per sudare insieme, ma anche per provare la propria forza. La cerimonia prevede di esplorare i quattro mondi della creazione attraverso canti e preghiere e, al termine di ogni “tappa cerimoniale”, la porta della capanna viene aperta per fare entrare nuove pietre roventi su cui l’uomo o la donna di medicina continuerà a versare acqua ed erbe per creare vapore profumato.


La ritualità della sauna all’interno delle comunità indigene è tanto differenziata quanto lo sono le stesse culture.


In Guatemala, la capanna del sudore prende il nome di Temazcal (dal Nahuatl “temazcalli”, casa del vapore) o Tuuj. Si tratta di un rituale collettivo, ma raccolto, quasi familiare: la struttura è piccola, vi entrano al massimo cinque persone, e al suo interno viene acceso un fuoco, le cui braci vengono eliminate prima dell’ingresso delle persone. Il calore, quando si entra nel Tuuj, è subito molto alto e la curandera o il curandero (i guaritori) agiscono tramite preghiere, ajustes (manipolazioni corporee simili a massaggi), e l’uso dei rami di avocado per purificare i corpi e le menti dei partecipanti. Già prima di entrare nella capanna si riceve una benedizione, una limpia energetica, e quando si esce, una tisana amara. Il rituale è intenso e breve, ma una volta fuoriusciti dal ventre del Tuuj, è possibile farvi ritorno per sudare ancora, a più riprese, per un massimo di tre ingressi durante la stessa cerimonia.


Una moderna "sauna cerimoniale", con tanto di illuminazione interna, presso l'ecohotel Mayachik
Tuuj moderno

Anche il Tuuj, come l’Inipi, riflette le credenze e le usanze dei Maya che lo praticano. Innanzitutto è di pietra e a base rettangolare, come quelli che ancora possiamo osservare nei siti archeologici; in secondo luogo, essendo un vero e proprio ventre della Terra, al suo interno è possibile osservare le travi del tetto come se fossero le costole della Madre.


Tornare all’utero è realmente un vero e proprio momento di ricapitolazione della propria vita e l’occasione per rinascere. Per questo è importante conoscere le varie forme che questa tradizione universale assume e non cadere nella trappola dell’appiattimento culturale.

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