Diego Nicola Dentico
La sapienza maya
Aggiornamento: 25 gen

Nel rumoroso silenzio delle selve guatemalteche si è conservata, tramite lignaggi ininterrotti di guaritori e sapienti Maya, la cosmovisione tradizionale.
Il Creatore-Formatore, Madre e Padre della Vita è Coscienza primordiale che riposa nell’atemporalità. Spazio e tempo, in un stretto abbraccio, le sue manifestazioni.
Contemplando questo Uno Grande (Hun-racàn) nelle sue infinite sfumature, gli Olmechi per primi e tutti i loro discendenti mesoamericani diedero vita ad un complessissimo strumento di lettura della realtà. Quello strumento sono i calendari sacri di cui i Chi-Mam (o ajq’ij, le guide spirituali) sono tutt’oggi i custodi.
Ogni giorno del calendario è custodito da uno dei 20 “dèi costruttori”, chiamati nahuales, in una delle loro 13 manifestazioni di forza. I nahuales hanno lasciato un’impronta indelebile nei nostri corpi: nelle 13 articolazioni principali e nelle 20 dita, ma anche nei computi calendariali di Venere, Giove e Saturno.
Questa consapevolezza ha dato origine alle pratiche di cerimonia del fuoco, durante la quale gli ajq’ij si fanno ponte tra la comunità e l’Infinito; alla lettura consapevole del sogno, la cui esperienza diluisce il senso dell’io fino a rendere visibile l’eterno, oltre la porosità dell’individualità. Infine, ha dato origine all’astrologia.
Allo stesso modo dell’astrologia occidentale, che fino al sorgere della Rivoluzione industriale ha goduto dello status di vera e propria Scienza (i medici erano anche astrologi, anche se oggi si vuole dimenticare questo aspetto), l’astrologia maya puntava a identificare i punti deboli fisici per anticipare l’insorgere di malattie tramite l’assunzione di appositi preparati erboristici e di pratiche cerimoniali. L’idea che guidava gli antichi custodi della saggezza non era quella di “guarire” questa o quella malattia, in quanto la guarigione è sempre un regalo che viene dall’anima e nessun essere umano può garantirlo, ma portare gli apprendisti ad uno stato di mens sana in corpore sano. Solo così una persona poteva dedicarsi alla ricerca interiore.
Ancora oggi, tramite la lettura astrologica che prende il nome di “quadrante” o “croce” maya, gli ajq’ij sono in grado di individuare quali sono i punti di forza e di debolezza, i doni e le sfide della persona che si affida alla loro guida e di tracciare, eventualmente un cammino spirituale per poter al meglio integrare ogni aspetto della nostra esistenza.
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