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  • Immagine del redattoreDiego Nicola Dentico

Riflessioni sulla Grande Congiunzione Giove-Saturno

Aggiornamento: 23 feb


Giove in lotta coi Giganti; bassorilievo su un altare di Zeus a Pergamo, oggi nel museo di Berlino; restaurato. Tratta dal sito: http://obvil.sorbonne-universite.site/corpus/mythographie/ramorino_mitologia-illustrata_1897
Gigantomachia


Un raccontino

Quando chiesi al Xaman informazioni sulle grandi congiunzioni, come quella di Saturno e Giove che osserveremo dalla Terra il 21 dicembre 2020, avevo molti dubbi. Sapevo che i Maya del passato attendevano questi fenomeni con molta ansia e per questo motivo elaborarono calendari di durata ventennale allo scadere dei quali rinnovavano steli, costruivano nuove piazze e davano il via a grandi celebrazioni.


Ci trovavamo sull’osservatorio, una “piramide tronca” da cui gli antenati osservavano il cielo nei tempi antichi.


Anche gli abitanti del “vecchio mondo” hanno delle tracce mitiche riguardo alle congiunzioni, che ci riportano alla mente echi di antiche battaglie avvenute prima del tempo, in cui Giove sconfiggeva suo padre Saturno esiliandolo, e dando inizio a una nuova epoca. E, a proposito di echi, non è da dimenticare che secondo la visione cosmovisiva dei Maya, il tempo è una spirale ed eventi astronomici di questa portata marcano il ritorno di “una certa onda”, una vibrazione che l’umanità ha vissuto nel 1780.


“Richiama con l’intento la congiunzione”, disse el Xaman ed io eseguii la manovra della contemplazione.


Immediatamente il tempo si fermò, il mondo si smontò e apparvero i due padri in cielo, dalla loro unione nacque un occhio luminoso, che si aprì e mi guardò, sondandomi in profondità.


“Mi sento giudicato”, dissi a disagio e, come mi era stato insegnato, rimasi nella sensazione di imbarazzo, esplorandola nella sua sgradevolezza.

“… ma non è così”, aggiunsi, “come io sto osservando l’occhio, l’occhio osserva me.”


“Cosa vuoi fare?”


“Ho voglia di pregare.”


El Xaman non sembrava molto convinto.


“Sii preghiera, sii offerta sull’altare”, disse, “sii ciò che vuoi veder fiorire nel mondo.”


Una pratica

Il solstizio invernale che ospiterà la “grande congiunzione” cadrà in un giorno Hun Iq’, origine della parola fiorita, del canto, il respiro della vita.

Al nahual Iq’ ci si rivolge per “elevare preghiere al Gran Ajaw, per invocare i poteri dell’aria affinché possano pulire la mente e la percezione da ossessioni, depressioni e tribolazioni di qualunque genere.” (D. Dentico, Sciamanesimo Maya).

È un buon giorno per fare la meditazione sui pensieri, quella sul respiro e prendere coscienza di sé.

Le offerte che preferisce sono gli incensi, le essenze locali e i fiori bianchi.


Accendo la candela sul mio altare, il fuoco è sempre presente nelle cerimonie e nelle preghiere maya.

Inspiro.

Sollevo le mani verso l’alto, immaginando di poter catturare tutti i corpi celesti e concentrarli in un solo punto luminoso. Uk’u’x Kaj. Cuore del Cielo.

Espiro.

Le mani scendono, porto il Cuore del Cielo al mio cuore. Sono uno con l’Immaginazione Infinita del Cosmo.

Inspiro.

Apro le mani e le allargo verso il basso immaginando di poter abbracciare tutto il potere del mondo tellurico e degli alleati in forma animale. Uk’u’x Ulew. Cuore della Terra.

Espiro.

Le mani salgono, porto il Cuore della Terra al mio cuore. Sono uno con l’Amore Infinito del Cosmo.

Inspiro.

Le mani si aprono come ali a entrambi i lati del mio corpo.

Condivido il mio cuore con il Cuore di Tutti gli Esseri visibili e invisibili.

Sono uno con il Potere Infinito del Cosmo.


Contemplo il mio respiro che crea un ponte tra ciò che credo di essere e ciò che credo di non essere. Ringrazio il soffio vitale che mi permette di esistere, l’aria, che per la tradizione antica è una delle costituenti dell’anima.

Mi integro alla mia stessa preghiera, cammino le mie parole.

Nahual Iq’, madre e padre della vita… offro la credenza di ciò che credo di essere, fiorisco nel tempo che si schiude innanzi a me.

Grazie di essermi testimone.


Altre riflessioni

Vivere secondo la Cosmovisione richiede un atto totale, un intento inflessibile, ma è molto più semplice di quanto non sembri... d'altronde avrete già notato che le pratiche basilari che propongo sono sempre le stesse... A questo link alcune pratiche potresti voler approfondire.


Anziché attendere che “il risveglio” giunga dall’esterno tramite cambi calendarici, allineamenti e ridondanti ritorni di cristi, possiamo scegliere di farla iniziare a partire da noi, la nuova era. Incarnare la nostra preghiera. Anche perché i cambiamenti in atto sono... in atto, per l'appunto, e non sono programmati o incentrati sull'essere umano.


Chiaramente non tutti possono (o vogliono) mollare il lavoro e andare a vivere in campagna (come già accadde quando i Maya abbandonarono le città decretando la fine del periodo classico), ma c’è la possibilità di rendere ecologiche persino le città. Di trasformare questi immondezzai di cemento in giardini fioriti, curando la Madre Terra.


Innanzitutto è fondamentale ridurre il consumo di carne (meglio sarebbe azzerarlo). Ma è l’assenza della tribu che non dobbiamo dimenticarci di sanare. È possibile cercare altre persone (ce ne sono moltissime!) che hanno il desiderio di compiere questa transizione e creare rete, scambiarsi conoscenze.


Nel prossimo futuro, senza tirare in mezzo le congiure degli illuminati, è prevedibile che ci ritroveremo privi delle certezze a cui siamo abituati. Direi che già il 2020 ce lo ha insegnato.

Chi sa produrre rimedi erboristici tra noi, con le erbe del luogo e lo può insegnare?

Chi sa curare un orto e può rendere possibile creare degli orti da balcone?

Chi sa progettare delle foodforest e ha voglia di chiedere spazi per realizzarle fuori e dentro le città?

Questo è un buon tempo per mettere realmente le mani nella Terra e accompagnarci al battito del suo cuore materno.


Buona vita e utile esistenza,

Nicola Diego Dentico


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