Diego Nicola Dentico
L'immaginario sciamanico intorno alla figura di San Nicola
Aggiornamento: 7 dic 2020

San Nicola metastorico
San Nicola (o San Nicolò), patrono della mia città natale, fu un vescovo turco del IV secolo. Si tratta di una figura ambigua, in quanto se da un lato è noto per aver distrutto diversi templi pagani dedicati a “Diana” (nome generico utilizzato dai cronisti cristiani per identificare una qualunque dea pagana) ed è quindi un emblema del patriarcato, le gesta della sua agiografia hanno delle connessioni fortissime con lo sciamanesimo e, in alcuni casi, come quello del germanico Nikker, anche con la cultura contadina e lo stesso paganesimo che il Nicola storico avversò.
Nel cristianesimo popolare, derivante dall’agiografia, San Nicola è il protettore delle prostitute (successivamente edulcorata nella protezione delle donne single), dei marinai e dei bambini. Le prime due categorie, essendo Bari una città sviluppatasi grazie al porto, sono collegate tra loro, la terza è invece connessa a specifici miracoli attribuiti al santo e resi visibili dalle tre sfere che porta tra le mani nelle raffigurazioni classiche.
Le tre azioni miracolose sono: l’essere apparso a tre prostitute fornendo loro la dote necessaria per accasarsi e allontanarsi dal mestiere; l’aver recuperato un bambino rapito dai turchi e diventato coppiere, riportato in volo a casa attraverso il mare; la resurrezione di tre ragazzini che erano stati uccisi da un oste cannibale. Abbondanza, volo magico e resurrezione (recupero dell’anima) sono caratteristiche che descrivono le attività dello sciamano.
Nel 1087, dopo che Mira, la città in cui erano conservate le reliquie del santo, cadde in mano ai musulmani, due spedizioni, una barese e una veneziana, riuscirono a impossessarsi di parte dello scheletro e a “trarlo in salvo” nelle rispettive città.
Al giorno d’oggi la festa di san Nicola è osservata il 6 di dicembre, giorno della sua morte, ma nel meridione italiano, anche il 7 e 8 maggio – momento in cui si compì l’impresa del salvataggio delle reliquie. Da quel momento, secondo il cristianesimo popolare (in questo caso il culto è appoggiato dalla chiesa cattolica) ad ogni momento liturgico, dalle ossa del santo stilla una manna miracolosa che avrebbe la capacità di guarire gli ammalati.
Nello sciamanesimo centroasiatico, anche quello che si è fuso con le scuole mistiche musulmane sufi, la visita alle tombe dei grandi santi e il rituale di camminarci intorno tre volte per ottenere la loro saggezza o una grazia, risuona delle cerimonie intorno agli ovaa dello sciamanesimo siberiano.
San Nicola "sciamano"
Secondo Michael Harner la menzione della Turchia nel racconto di San Nicola non è casuale in quanto “le popolazioni di lingua turca dell’Asia centrale erano note per aver conservato le proprie pratiche sciamaniche” [1].
San Nicola è uno dei santi più venerati del cristianesimo, sia ortodosso che cattolico, e nel medioevo il suo culto era diffuso in tutta Europa.
Quando, successivamente, gli olandesi, noti marinai, fondarono Nuova Amesterdam (che successivamente divenne New York) ne importarono il culto nel “Nuovo Mondo” e lo resero il protettore della città. Il nome con cui veniva appellato questo santo era Sinterklaas, che si contrasse in Santa Claus.
Sempre secondo Harner la figura attuale di Santa Claus potrebbe essere una crasi del santo cristiano vero e proprio, di vari spiriti europei legati all’inverno e di figure sciamaniche siberiane mediate probabilmente attraverso lo sciamanesimo dei Sami.

Nell’immagine qui presente[2] possiamo vedere uno sciamano siberiano che incorpora, tramite il travestimento rituale, lo spirito dell’amanita muscaria, che ricorda molto da vicino il “Babbo natale” classico a cui siamo abituati, con buona pace della leggenda metropolitana che lo vuole rosso a causa dell’interferenza commerciale della Coca-cola.
Aa Klaax, un’esperienza personale
Nel mondo maya degli Tz’tujiles, dove la tradizione antica si è mescolata con quella cattolica degli invasori, Aa Klaax (San Nicola) è il nahual della guarigione, che tra le proprie mani stringe le catene, che è in grado di rompere, e le erbe medicinali di cui è il patrono e il custode.
Aa Klaax viene chiamato ajkun, sciamano, durante le orazioni di guarigione da parte degli sciamani viventi ed è visto come il primo dei guaritori, lo spirito da cui gli esseri umani apprendono le arti di cura.
Conseguentemente Aa Klaax, in tutte le sue varianti, è anche un nome estremamente di buon auspicio nella vocazione sciamanica. Uno dei più celebri sciamani maya della comunità di Santiago Atitlàn fu proprio Nicolàs Chiviliu, maestro di Martìn Prechtel, il primo “bianco”[3] ad aver avuto la possibilità di accedere alla spiritualità e alla medicina tz’tujil.
Nicolàs è ancora oggi invocato in alcune preghiere di guarigione o di pioggia, insieme al suo predecessore Aa Plaas (Francesco) Sojuel, importantissimo sciamano e veggente che previde l’arrivo di bianchi non conquistatori a cui insegnare le vie della Terra e l’invenzione della televisione. È interessante notare che la tomba di San Francesco, ad Assisi, è costruita come le tombe dei santi citate nel primo paragrafo e che la figura di San Francesco è stata spesso associata a quella dello sciamano per la sua dottrina quasi animista, che è stata tra l’altro una chiave d’accesso per la conversione dei popoli indigeni peruviani.
Anche se non ho studi sotto mano che possano confermare o negare un contatto tra gli Tz’tujil e gli olandesi o con gli inglesi, ritengo che si tratti di una possibilità decisamente improbabile. I regni tz’tujil sono stati i penultimi a cadere sotto il dominio spagnolo a causa della loro posizione geografica remota e della fiera attitudine guerriera dei loro abitanti. Ancora oggi le comunità tz’tujil rimangono composte al 95-98% da indigeni (ovvero persone aventi come lingue madri gli idiomi di origine maya).
Al "vero" Nicola, considerato il difensore dell'ortodossia cristiana, immaginando la propria icona trasformata in un guaritore "pagano" non sarebbe piaciuto, probabilmente. Oppure lo possiamo inserire nella tradizione dei santi taumaturghi che hanno molto in comune con gli sciamani tradizionali, anche se le chiese cristiane storcono il naso davanti a questa definizione. Da un punto di vista sciamanico credo che dietro San Nicola, Ajkun, o come lo si voglia chiamare, si nasconda un archetipo antichissimo, forse quello che viene nominato nei miti come il Primo Sciamano, nato dall’unione di una donna mortale con lo spirito dell’Aquila, e che porta sulla Terra i doni della guarigione, dell’abbondanza.
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______________________________________________________________ [1] “La caverna e il cosmo” Michael Harner, Crisalide edizioni, 2013 (pag. 140-141) [2] Proveniente dall’articolo in lingua inglese https://realitysandwich.com/238049/shaman-claus-the-shamanic-origins-of-christmas/ [3] In realtà meticcio.