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  • Immagine del redattoreDiego Nicola Dentico

La cerimonia nel curanderismo

Aggiornamento: 23 feb



Nella visione degli sciamani, l'Universo è un flusso di energia facente parte di un unico Essere. Per ragioni differenti, che possono essere esperienze negative, traumi o semplice interazione sociale, il flusso dell'energia si ferma, creando sovraccarichi o vuoti. Questi "errori energetici" provocano un senso di separazione dalla vita e malessere. Lo scopo finale del curanderismo è riportare equilibrio negli aspetti bloccati della vita e ricontattare la propria natura più autentica, ricordando a chi ne riceve i benefici ciò che manifesta realmente, non una singola forma, ma il Grande Mistero.

La limpia è una cerimonia di cura* che può assumere diverse sfumature. Può essere una purificazione per alleggerire i carichi di densità emotive ed energetiche oppure può essere integrata con altri processi cerimoniali al fine di estrarre energie nocive o reintegrare parti soppresse del sé.



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* Lo scopo della cerimonia è sempre quello di curare, ma è importante comprendere che i concetti di cura e di salute, nel mondo indigeno non sono gli stessi della medicina occidentale. Salute non è sinonimo di assenza di sintomi, ma di equilibrio con l’ecosistema naturale e spirituale che ci circonda così come equilibrio degli ecosistemi naturali e spirituali ce ci compongono: i tessuti, gli organi, gli apparati, la storia personale, memorie ancestrali, relazioni sociali e con la Terra.

Curarsi significa riparare la relazione con le forze del creato. È qui che la cerimonia, attraverso una serie di atti simbolici, tra cui primeggia l’arte dell’offerta, diventa un linguaggio per dialogare con il Sacro. In questo senso le preghiere, i desideri e le angosce dell’invocante vengono sempre ascoltate. Questo non significa che le richieste vengano, però, sempre esaudite. Lo Spirito, nelle cosmovisioni dei popoli naturali, risiede nella natura, è natura, ma anche noi esseri umani siamo natura. Siamo il primo tempio in cui incontriamo il Mistero – e questo ci riconduce al tema del primo pilastro del curanderismo.

Quando una persona entra in cerimonia non ha importanza che lo faccia per chiedere salute o – immaginando un motivo triviale – per chiedere i soldi necessari a comprare una lavatrice nuova. Contattare lo Spirito equivale a prendere consapevolezza di tutte le zone invisibili del sé che sono state soppresse o zittite e per richiamare l’attenzione cosciente ci fanno sognare e vivere uno stato di mancanza di equilibrio.

Vedere le zone più fragili, esporle alla luce dello Spirito, che è amore, equivale ad avere la possibilità di curarle ed è in questo orizzonte che un atto cerimoniale – una limpia energetica, una capanna del sudore, una ricerca di visione – si trasforma in un atto di cura.

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